domenica 28 dicembre 2014

L’estate di Kikujiro

Questo periodo festivo che ci accompagna alla chiusura dell’anno è l’ideale per rivedere classici ricolmi di buoni sentimenti.
Una pellicola del 1999 che vi consiglio, giapponese ovviamente, e non scontata, è L’estate di Kikujiro, forse la più delicata e sensibile diretta da Takeshi Kitano.
L’artista nipponico abbandona per un momento sparatorie e sangue, mostrando il “volto buono” della yakuza.
Un uomo e un bambino in viaggio alla ricerca della madre del piccino.
Tenerezza e malinconia con sprazzi ironici e divertenti. Paesaggi e personaggi sorprendenti visti attraverso gli occhi ingenui e freschi di un ragazzino innocente abbandonato da piccolo con la nonna.
Uno strano amico di famiglia, i cui tatuaggi tradiscono l’appartenenza mafiosa, irascibile in superficie ma in fondo con un cuore semplice.

Un mangiafuoco che fa ballare i burattini incontrati lungo il cammino.
Un'opera poetica che dipinge di colori fantastici le cose brutte della vita.
Le musiche di Joe Hisaishi (collaboratore fedele anche del maestro dell'animazione Hayao Miyazaki) accompagnano le scene con lievità, l’allegra “Summer” diviene uno dei pezzi più celebri del compositore giapponese.

domenica 21 dicembre 2014

Ao Haru Ride - A un passo da te

In questi giorni in testa ai botteghini nipponici Ao Haru Ride (A un passo da te nella versione italiana) è un live action movie basato sulla serie shōjo manga (già trasformata in anime nel corso del 2014), school life, ideata dalla mangaka Io Sakisaka.
Futaba Yoshioka durante gli anni delle medie viene isolata dalle compagne perché bella e popolare tra i ragazzi.
In più non riesce a confessare il suo amore all’unico compagno che le piace davvero Kō Tanaka, sensibile e gentile.
Quando inizia la scuola superiore è ben decisa a cambiare il corso della sua vita e a comportarsi come un maschiaccio. È allora che incontra nuovamente Kō ma le cose non vanno come lei vorrebbe, lui appare molto cambiato, è divenuto sarcastico e amaro, e sembra ignorarla...
Tsubasa Honda e Masahiro Higashide sono i due giovani protagonisti di questa pellicola delicata, diretta da Takahiro Miki (regista anche del celebre Bokura ga ita), fatta delle prime promesse e batticuori tra adolescenti che ha conquistato i ragazzi giapponesi.

domenica 14 dicembre 2014

Bakemono no Ko - The Boy and The Beast

A due anni di distanza dall’uscita dell’emozionante Wolf Children, l’11 dicembre scorso, durante una conferenza stampa tenutasi alla sede della Toho
(casa di produzione cinematografica giapponese, fondata nel 1932 a Tōkyō), è stata annunciata la release della nuova pellicola animata di Mamoru Hosoda, Bakemono no Ko.
Il film, titolo inglese The Boy and The Beast, è previsto nelle sale nipponiche dall’11 luglio 2015.
La storia originale, scritta dallo stesso Hosoda
(già noto per La ragazza che saltava nel tempo, adattamento di un famoso romanzo degli anni ’60), è ambientata nel quartiere di Shibuya, celebre area della capitale, vivace e colorata, stranamente poco usata negli anime, ha spiegato il regista.
Una parte del film ha invece come set il mondo dei bakemono (demoni giapponesi).
Un ragazzino senza genitori entra in contatto con questa realtà soprannaturale e diviene allievo di un enorme bestia, somigliante ad un orso, abile samurai.
Il film segue i due tra allenamenti e avventure.
I rapporti familiari erano al cuore di Wolf Children chissà se anche qui lo saranno e il demone non mostri alla fine il suo lato tenero.
La distribuzione internazionale è affidata allo studio francese Gaumont.

domenica 7 dicembre 2014

Naruto: La via dei ninja

Quando un misterioso ninja mascherato scatena la Volpe a Nove Code contro il Villaggio della Foglia creando caos e distruzione, il Quarto Hokage, Minato Namikaze, e sua moglie Kushina Uzumaki sigillano il demone nel corpo del loro figlio neonato Naruto, per salvare il villaggio e sventare il piano del ninja. I due muoiono da eroi. Anni dopo, Naruto è ormai divenuto un guerriero e insieme ai suoi amici riesce a sconfiggere il famigerato clan degli Akatsuki. Di ritorno al villaggio, i giovani ninja vengono elogiati dalle loro famiglie per aver completato una missione così pericolosa. Naruto si sente solo e inizia a chiedersi cosa significhi avere i genitori quando, a un tratto, una strana figura mascherata appare davanti a lui. Naruto viene così intrappolato nell’illusione di una realtà alternativa in cui i suoi amici sono molto diversi e i suoi genitori ancora vivi...
Il 6, 7 e 8 dicembre arriva nei cinema italiani (due anni dopo l’uscita giapponese) uno dei personaggi più amati
dai ragazzi di diverse generazioni: Naruto, protagonista di una saga lunga quindici anni che ha conquistato milioni di fan, attraverso fumetti, romanzi, collezionismo, serie tv e film. La pellicola è la nona dedicata alla serie ideata dal mangaka Masashi Kishimoto e la prima ad essere proiettata nel nostro paese. L’idea è di ribaltare le figure note ai fan per rendersi appetibili anche al grande pubblico al quale le avventure di Naruto non sono familiari. E sono proprio i lati deboli del nostro eroe a creare l’empatia con lo spettatore.

domenica 30 novembre 2014

Vexille - Bekushiru 2077 Nihon sakoku

Bekushiru 2077 Nihon sakoku (Vexille 2077 isolamento del Giappone - questo il significato del titolo originale) è un film d’animazione cyberpunk diretto da Fumihiko Sori e datato 2007. La giovane Vexille Sierra, il fidanzato Leon Fayden e altri militari sono i membri di una squadra speciale statunitense, la S.W.O.R.D., spediti in missione segreta in un Giappone da anni isolato da un impenetrabile campo elettromagnetico e colpito da embargo decretato dalle Nazioni Unite, per aver sviluppato nuove tecnologie cibernetiche illegali sull’uomo. Là scopriranno che lo scienziato pazzo Kisaragi, capo del colosso industriale Daiwa Heavy Industries, grazie ad un vaccino che muta gli uomini in robot è arrivato a dominare l’intera nazione e dirige il paese con un governo fantoccio.
La S.W.O.R.D. sarà aiutata nella sua lotta al regime dalla resistenza locale giapponese guidata da Maria, antica fiamma di Leon. Bel video-game in cel-shading, ambientazioni tra Blade Runner e Ghost in the Shell, Vexille - colonna sonora techno/trance che include Prodigy e Basement Jaxx - pur tenendo l’occhio sulla sperimentazione digitale non perde di vista i temi politici e la questione delicata delle derive militaristiche verso cui il Giappone da sempre tende. La bella Meisa Kuroki (sexy Fujiko nel film dedicato a Lupin III) presta la voce alla protagonista. Un remake di produzione Usa è in arrivo nel 2015.

sabato 22 novembre 2014

The Land of Hope - Kibō no Kuni

The Land of Hope, pellicola del 2012 diretta da Sono Sion, è stata la prima girata dopo il disastro nucleare di Fukushima. Siamo in un futuro non lontano, in un immaginario villaggio rurale giapponese nella prefettura di Nagashima (il nome è una fusione tra Nagasaki e Hiroshima) e un tremendo terremoto danneggia pesantemente la vicina centrale nucleare. Una parte della popolazione viene evacuata dalle autorità, una parte resta. Due famiglie, vicine di casa, gli Ono e i Suzuki subiscono una sorte diversa.
Gli Ono vengono abbandonati al loro destino perché la loro casa sorge in una zona inizialmente ritenuta “sicura”, l’altra famiglia deve abbandonare la casa. Ma l’anziano padre Yasuhiko Ono convince il figlio Yoichi e la nuora Izumi, in attesa di un bimbo, a fuggire il più lontano possibile. Il loro desiderio di sopravvivenza darà al film l’unica scintilla di speranza. La normalità spezzata, le menzogne di un governo che minimizza l’entità del pericolo, famiglie frantumate e divise, la forza di un popolo capace nonostante tutto di rialzarsi e guardare alla vita con coraggio sono i temi portanti del film.
Momenti colmi di lirismo sottolineati dalla Sinfonia n.10 di Gustav Mahler come il fuoco che divora e purifica e i passi nella neve verso il futuro.
Un’opera matura e completa che dopo l’amarezza di Himizu sposta l’attenzione dalle giovani generazioni alla famiglia, che diviene nucleo e simbolo positivo di un intero popolo.

sabato 15 novembre 2014

A Courtesan with Flowered Skin - Hanayoi dôchû

Nelle sale giapponesi dall’8 novembre A Courtesan with Flowered Skin, titolo originale Hanayoi dôchû è ispirato all’omonimo romanzo di Ayako Miyagi.
È il primo lungometraggio di Keisuke Toyoshima.
Siamo nell’anno 1860 e Yumi Adachi incarna Asagiri una giovane prostituta di lusso (oiran) che vive nella capitale giapponese.
Le oiran erano anche intrattenitrici, praticavano la danza, la musica, la poesia, la calligrafia ed erano erudite.
Avevano il volto dipinto di bianco ed elaborate acconciature come le geisha ma il loro obi (la cintura che avvolgeva il kimono) era annodato sul davanti invece che sul retro, in forma di grande farfalla (probabilmente per potersi rivestire più agevolmente dopo la prestazione).
Vivevano in quartieri di piacere isolati e recintati.
È il crepuscolo del periodo Edo (il nome dell’odierna Tokyo) e la donna attende di essere liberata dalla sua condizione.
La madre fin da piccola le torturava la pelle con una pipa da oppio e il corpo di Asagiri è ricoperto di piccole bruciature dalla forma di fiori.
Dopo la morte della madre una famosa cortigiana, Kirisato, l’ha presa sotto la sua ala e dal momento che la sua protettrice è stata riscattata da un ricco uomo d’affari appena terminerà il suo servizio anche Asagiri sarà libera.
Ma il suo incontro con Hanjirou (Yasushi Fuchikami), un affascinante artigiano, influenzerà il suo destino: i due s’innamoreranno perdutamente.
La storia di questo mondo di esotiche prostitute si muove sulla linea indistinta e ammaliante che delimita l’arte dal sesso.
L’ambientazione e i costumi antichi perfettamente ricreati talvolta stridono con una regia e battute di stampo troppo moderno.

sabato 8 novembre 2014

Doraemon 3D

Doraemon 3D il film campione di incassi in Giappone con oltre 60 milioni di dollari è sbarcato dal 6 novembre nelle sale italiane.
Si tratta del simpatico e protettivo gatto robot, creato da Fujiko F. Fujio, che dal 1969 ad oggi diverte grandi e piccini con manga, serie, musical e videogiochi, e che in Italia rappresenta il cartone animato TV più seguito di sempre.
Diretto da Takashi Yamazachi e Ryûichi Yagi Doraemon 3D ha come protagonista il solito piccolo Nobita, un bambino di dieci anni destinato ad un futuro di insuccessi a causa della sua natura pigra a indolente.
Per evitare che diventi un vero e proprio perdente, arriva in suo soccorso Doraemon, una sorta di “fratello maggiore” con il compito di aiutarlo a difendersi dai bulli Gian e Suneo e a diventare un ragazzino assennato e un adulto responsabile. Per riuscire nell’intento, Doraemon utilizza una serie di incredibili e magici gadget,
i “chiusky”, che in questa occasione condurranno il gatto azzurro e Nobita nel futuro per provare a modificare una sorte che si preannuncia non proprio felice, soprattutto sul lato sentimentale...
Riuscirà Nobita a conquistare finalmente Shizuka, la dolce amica che ama da sempre e a non farsi più influenzare da Gian e Suneo?
Il loro sarà un viaggio nel tempo avvincente e ricco di sorprese che non deluderà i fan vecchi e quelli nuovi.

domenica 2 novembre 2014

The Liar and His Lover - Kanojo wa Uso o Aishisugiteru

Kanojo wa Uso o Aishisugiteru letteralmente “la ragazza che amava le bugie” è una pellicola uscita nel dicembre 2013, basata su un celebre manga ideato da Kotomi Aoki pubblicato anche in Italia: Bugie d’amore.
Aki, ragazzo prodigio, è il compositore, idealista e solitario, del popolare gruppo rock Crude Play. Ha venticinque anni ed è scontento della sua vita. Un giorno incontra Riko, sedicenne figlia di un fruttivendolo.
Riko sembra lontana anni luce dal suo ambiente e Aki quasi per un capriccio le chiede di essere la sua fidanzata.
La ragazzina ingenua e innocente accetta ma anche lei vuole appartenere al mondo musicale e di nascosto (lui le ha detto che odia la musica e non le ha rivelato la sua vera identità) canta in una band amatoriale. Aki dal canto suo non sembra troppo coinvolto dalla storia con Riko: è perso nella sua malinconia e non riesce a dimenticare la sua ex Mari, una famosa cantante.
Intanto Riko viene scoperta per caso da un talent scout e la realtà discografica si apre anche per lei...
Target adolescenziale per una storia delicata che si sviluppa tra segreti e bugie. Sato Takeru già timido protagonista del film Beck (anch’esso tratto da un noto manga a tema musicale) e della versione cinematografica del popolare Rurouni Kenshin è Aki.
La giovane esordiente Ohara Sakurako veste i panni di Riko.

sabato 25 ottobre 2014

Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo

Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo (Ōkami Kodomo no Ame to Yuki in lingua originale) è una pellicola di animazione giapponese del 2012 diretta da Mamoru Hosoda e può ritenersi fino a questo momento il suo capolavoro. Dopo aver diretto il sesto film di One Piece: L'isola segreta del barone Omatsuri, Hosoda diviene noto per La ragazza che saltava nel tempo (adattamento del celebre romanzo del 1967 di Yasutaka Tsutsui).
Wolf Children è un’emozionante fiaba sull’amore, la libertà e il rispetto per ogni creatura, umana e animale, che ha ottenuto un ottimo riscontro ai botteghini giapponesi collocandosi al terzo posto negli incassi della stagione. Hana (in giapponese significa fiore) è una giovane universitaria che incontra nell’aula di studi uno strano e solitario ragazzo. I due iniziano ad uscire insieme, s’innamorano e lui si vede costretto a rivelarle il suo segreto. È un uomo lupo, ultimo discendente dell’ormai estinta razza dei lupi giapponesi. Lei malgrado ciò lo ama profondamente e quando scopre di aspettare un piccolo decidono di nascondersi al resto del mondo.
Yuki (neve) è la prima nata, cucciolo mezzo umano e mezzo lupo, e Ame (pioggia) il suo fratellino viene alla luce l’anno successivo. Ma la felicità dell’insolita famiglia è di breve durata, il padre scompare misteriosamente mentre è fuori a caccia per procurare il cibo ai piccoli. Hana dovrà imparare a crescerli da sola, in un mondo ostile agli animali selvatici e alle creature "diverse".
I tre si trasferiranno in un’isolata casa di campagna dove per i bambini sarà più semplice scegliere se vivere da umani o da lupi... Un film commovente e delicato che narra il difficile compito di un genitore. Hana priva di egoismo e possessività educa i propri figli rendendoli liberi di essere sé stessi pur senza nuocere agli altri. Yuki e Ame a loro volta, sotto l’attento sguardo della madre, sviluppano personalità opposte e tentano tra mille gioie e difficoltà di trovare un equilibrio tra l’istinto umano e quello animale. La presenza di una natura arcaica e misteriosa ricorda Hayao Miyazaki ma il film, nonostante lo spunto iniziale, si limita alla concretezza dei rapporti umani e quotidiani, lasciando da parte quel lirismo fantastico che nutre l’opera del maestro dello Studio Ghibli. Ricco di passione e sentimenti.

sabato 18 ottobre 2014

Roma assegna a Takashi Miike il Maverick Director Award

Roma premia Takashi Miike, ormai di casa nella Capitale, (nel 2012 era in competizione ufficiale al Festival diretto da Müller con Il canone del male e l’anno successivo con Mogura no uta - The Mole Song: Undercover Agent Reiji e fuori concorso Blue Planet Brothers) con il Maverick Director Award. Il premio è dedicato ai cineasti che hanno sempre operato “fuori dagli schemi” e Miike ci pare meritarlo ampiamente. È un artista poliedrico, adora mischiare i generi, e davvero prolifico: otto film in quattro anni, due in arrivo nei prossimi mesi. Uno dei quali proiettato in anteprima proprio durante la nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma: Kamisama no iutoori (As the Gods Will). La storia è tratta da una serie manga per ragazzi molto nota in Giappone ambientata tra i banchi di scuola. E per Miike non è insolito gettare il suo sguardo dissacrante e talvolta compiaciuto sulla realtà scolastica.
Shun Takahata è un liceale annoiato dalla monotonia della sua vita.
Un giorno, una bambola Daruma (si tratta di figure votive tradizionali giapponesi che rappresentano il monaco indiano Bodhidharma, uno dei patriarchi del buddhismo) appare in classe annunciando l’inizio di un gioco che costringerà gli studenti a superare prove che li terranno in bilico tra la vita e la morte... L’altra nuova pellicola alla quale sta lavorando dallo scorso aprile è Yakuza Apocalypse, un fantasy-horror-yakuza condito da litri di sangue e azione. Miike, adorato da milioni di giovani spettatori in tutto il mondo per lo stile innovativo e provocatorio, estremo e ironico delle sue pellicole, ha toccato nella sua sterminata filmografia tutti i generi ricomponendoli in mix imprevedibili e spiazzanti.
Considerato da Quentin Tarantino “uno dei più grandi cineasti viventi”.
Discepolo di Imamura Shōhei, dall’esordio del 1991 ha riscritto le regole del cinema popolare giapponese, dando vita a un universo ricco di emozioni violente e contraddittorie tutte in grado di cogliere, con occhio critico e preciso, ossessioni e manie del mondo nipponico.
Nella sua carriera, quasi un centinaio di titoli. Audition (1999) capofila dei suoi horror, con l’inconfondibile approccio brutale e privo di censure e moralismi fu definito “estremo” dallo stesso Marilyn Manson.
Segue il filone degli yakuza movie.
Da Fudoh: The New Generation (1996) alla trilogia di Dead or Alive (1999-2002) all’ultraviolento Ichi the Killer (2001) per citarne solo alcuni. Con Sukiyaki Western Django (2007) Miike dà una sua irriverente versione del western all’italiana. In 13 assassini (2010) e Hara-Kiri: Death of a Samurai (2011) Miike compie un salto nella tradizione del jidaigeki, il cappa e spada giapponese: amore che genera vendetta e giustizia che genera violenza. (Cinemonitor)

venerdì 10 ottobre 2014

Capitan Harlock: L'Arcadia della mia giovinezza | Waga seishun no Arcadia

In un lontano futuro, la guerra contro gli Umanoidi è perduta e la sottomissione dei terrestri totale. Harlock è un soldato stanco ma fiero che torna sul suo pianeta occupato. Vede città ormai in rovina e governanti corrotti che si sono venduti agli invasori. C’è ancora qualcuno tuttavia che combatte: Maya, la "voce" della resistenza; Zoll, il mercenario di Tokarga deciso a vendicare il suo popolo; Esmeralda, la misteriosa piratessa spaziale. E infine Tochiro, legato ad Harlock da un’amicizia che si trasmette da generazioni (numerosi i riferimenti alla Seconda Guerra Mondiale) e geniale costruttore di un’imponente astronave che porta il nome utopico di Arcadia. La battaglia per la libertà della Terra sta per iniziare. Il film narra le origini della saga di Capitan Harlock, il romantico pirata dello spazio creato da Leiji Matsumoto. Eroe anarchico, affascinante e solitario, Harlock emerge da una massa informe e omologata, lottando con tenacia coraggio. L’onore e lealtà sono i valori distintivi che lo rendono un cavaliere del futuro. L’universo fantascientifico ideato dalla mente del leggendario Leiji Matsumoto è ricco, il fumettista e animatore giapponese è autore oltre che del celebre Harlock, di Queen Emeraldas, La Regina dei Mille Anni,
di Galaxy Express 999 e della serie legata alla Corazzata Spaziale Yamato. I suoi tratti distintivi sono tragiche figure femminili delicate e slanciate, di rara bellezza (qui Maya ed Esmeralda) alternate a personaggi comici tozzi e grotteschi (Tochiro).
Le sue corazzate ricordano vere e proprie navi da guerra, sottomarini o antichi velieri che solcano gli infiniti spazi interstellari (l’Arcadia di Harlock ne è uno splendido esempio).

Capitan Harlock: L'Arcadia della mia giovinezza esce nelle sale solo il 15 ottobre in versione restaurata e con un nuovo doppiaggio. Perfetto dal punto di vista tecnico, molti sono i rimandi all’immaginario della coeva prima trilogia di Guerre Stellari, inclusa l’epica colonna sonora che dà forte impatto alle scene di battaglia. Un’animazione classica e senza tempo che riporterà agli anni dell’infanzia i quarantenni nostalgici ma capace di parlare anche alle nuove generazioni. (Central do Cinema)

sabato 4 ottobre 2014

Land di Masanobu Hiraoka

Minuti di puro colore, forme psichedeliche e delicate che si disfano l’una nell’altra. Tinte che fioriscono cullate da una musica lieve. Un mondo, quello di Masanobu Hiraoka, giovane e talentuoso animatore, che affascina lo spettatore e lo immerge in un’atmosfera di sogno. Land è un corto nato nel 2013 già premiato e presentato all’ultimo Milano Film Festival.
Masanobu Hiraoka si è diplomato alla scuola superiore Momoyama nel 2006, ha iniziato subito a lavorare senza però rinunciare alla sua ambizione: diventare un animatore.
Ha studiato da autodidatta e vive a Tokyo, dove lavora come freelance, producendo video musicali e pubblicità per clienti come Uniqlo, la nota azienda giapponese, tra le leader del mercato, che disegna, realizza e vende abbigliamento casual per uomo, donna e bambino. Le sue animazioni acquatiche, boschive, aeree, sportive... dipingono una realtà alternativa e incantevole e colpiscono per la fantasia sbrigliata.
Potete divertirvi a guardare i suoi lavori su vimeo,
qui il link di Land.

sabato 27 settembre 2014

Funeral Parade of Roses | Bara no Sōretsu

Funeral Parade of Roses (corteo funebre delle rose) Bara no Sōretsu, in lingua originale - dove rosa/bara in giapponese, è un gioco di parole per indicare l’omosessualità - è un dramma del 1969 diretto da Toshio Matsumoto. Il film è un libero adattamento dell’Edipo re di Sofocle, ambientato nella cultura gay underground della Tōkyō anni ’60. La pellicola ebbe una profonda influenza su Arancia Meccanica di Stanley Kubrick uscito dopo appena due anni. La storia segue le vicende di Eddie (incarnato da Peter, cantante, attore e danzatore, uno dei più celebri personaggi dello spettacolo gay nipponico. Le sue sembianze androgine gli hanno permesso di interpretare spesso ruoli di trans o di apparire sul palcoscenico in abiti femminili). Eddie è un transessuale e lavora come entertainer nel locale gay diretto da madame Leda (Osamu Ogasawara). Eddie ruberà a madame il lavoro e l’amante vivendo la sua sessualità in modo allegro e spregiudicato, finché il compagno, più anziano di lui, non scoprirà di essere suo padre...
Controverso debutto di Matsumoto, membro della Nouvelle Vague giapponese, il film è una collisione febbrile di estetica avant-garde e grind-house, sesso e violenza allo stato puro. “Sono una ferita e una spada, una vittima e un boia” recita l’apertura della pellicola. Un viaggio elettrizzante negli inferi della malavita, dove niente è tabù. Dove si pesca a piene mani dal mondo della grafica e del design, della pittura, dei fumetti e dell’animazione; dove il sangue scorre e si mostrano scene esplicite di nudo, sesso, uso di droga e cessi pubblici. E, massima trasgressione per l’epoca, si dà una rappresentazione apologetica della sottocultura gay giapponese.

domenica 21 settembre 2014

Pink Subaru | Giappone arabo-israeliano, con un pizzico d’Italia

Pink Subaru (2009) è l’opera prima del regista giapponese Ogawa Kazuya, che vede protagonista l’attore di teatro e sceneggiatore arabo-israeliano Akram Telawe. Avere un’auto, nelle piccole città palestinesi come Tulkarem o arabo-israeliane come Tayibe è fondamentale, per raggiungere i grandi centri di Gerusalemme o Tel Aviv, e potersene permettere una può diventare lo scopo di una vita.
L’auto è considerata come un essere umano, una compagna e una moglie. In Palestina molti acquistano auto giapponesi, robuste e spesso economiche, e la Subaru è una delle più diffuse. Da questa idea di fondo nasce una pellicola che trascina lo spettatore in uno scorcio della vita del protagonista.
Elzober, uomo semplice, vedovo quarantacinquenne e padre di due bambini, cuoco in un sushi bar di Tel Aviv, realizza il suo sogno con l’acquisto di una Subaru Legacy, grazie al denaro risparmiato in vent’anni di sacrifici.
Ma la notte stessa la Subaru, nera metallizzata, gli viene rubata ed Elzober, aiutato da tutti gli abitanti del villaggio, si mette alla sua ricerca. Tra sfasciacarrozze, matrimoni in bilico, maghe che leggono i fondi di caffè, banchetti sontuosi e agnelli poco collaborativi, si sviluppa questa “commedia etnica” divertente e insolita, che mostra la realtà quotidiana degli arabi-israeliani che vivono al confine con la West Bank.
Una commedia in cui si ride, si piange, si scherza, e dove, per una volta, la guerra non è l’argomento principale.
L’attenzione è invece spostata sul lato comune del vivere, quello dei problemi di tutti i giorni, come accompagnare i bambini a scuola o sposarsi. Una commedia che svela il comico celato negli aspetti più universalmente banali e lascia aperta la porta dei sogni. Co-produzione italo-giapponese girata tra Israele e Palestina (il regista è un videomaker legato all’Italia, dove ha vissuto e lavorato a lungo - proprio in Toscana ha conosciuto Akram Telawe). Il girato originale mischia arabo, ebraico e giapponese a sottolineare la multiculturalità.

domenica 14 settembre 2014

Conan il ragazzo del futuro - Mirai shōnen Konan

Conan il ragazzo del futuro (Mirai shōnen Konan) è uno dei primissimi lavori del maestro Hayao Miyazaki. Anime televisivo in 26 episodi, trasmesso per la prima volta in Giappone nel 1978, diretto con la collaborazione di Keiji Hayakawa e Isao Takahata, trae ispirazione dal romanzo di fantascienza per ragazzi The Incredible Tide di Alexander Key. Siamo nel 2028 all'indomani di una tragica guerra globale. Oltre la metà della superficie terrestre è stata distrutta, i continenti sgretolati si sono inabissati sotto le acque degli oceani. Solo pochissimi sono riusciti a salvarsi e vivono isolati in piccoli villaggi agricoli. Gli umani non organizzati vivono in miseria. L'unica città-stato tecnologica è Indastria, qui le persone sono divise in caste e i pochi potenti sfruttano gran parte della popolazione. Conan è un ragazzino nato dopo la catastrofe da due componenti del gruppo di astronauti che cercarono scampo tentando di lasciare la terra. Precipitarono su una minuscola superficie affiorata che ribattezzarono l’"Isola Perduta". Conan vive sull'isola con il nonno, ultimo degli astronauti ancora in vita, e i due pensano di essere gli unici sopravvissuti sul pianeta.
Conan trascorre un’esistenza semplice fatta della pesca e di un profondo contatto con la natura. Un giorno il ragazzo trova sulla spiaggia Lana, una ragazzina della sua età che inseguita è naufragata sull'isola ed ha perso i sensi. Lana soccorsa racconta a Conan e al nonno di un mondo di uomini che vivono in pace ma sono minacciati dai malvagi abitanti di Indastria...
In Conan il ragazzo del futuro si colgono in embrione i temi che diverranno dominanti nella filmografia di Miyazaki: l’amore e il rispetto per l’ambiente e la continua ricerca di un’armonia tra uomo e natura. Il pacifismo portato alle estreme conseguenze: la consapevolezza che aggressioni e soprusi possono solo generare altra inutile violenza. Un piccolo grande capolavoro.

domenica 7 settembre 2014

The Railway Man

Nelle sale italiane dall’11 settembre 2014 The Railway Man – Le due vie del destino è una pellicola anglo-australiana sul tema della guerra, diretta da Jonathan Teplitzky.
La trama è un adattamento del bestseller autobiografico di Eric Lomax e vede protagonisti Colin Firth, Nicole Kidman, Jeremy Irvine, Stellan Skarsgård, Tanroh Ishida e Hiroyuki Sanada.
Durante la Seconda Guerra Mondiale Eric Lomax è un ufficiale britannico catturato dai giapponesi a Singapore e mandato in un campo di prigionia dove dovrà costruire la strada ferrata che collega la Thailandia alla Birmania, la “Ferrovia della morte” - così detta per le migliaia di persone perite durante i lavori, tormentate da maltrattamenti, fame e malattie tropicali. Torturato e sopravvissuto per miracolo Eric torna a casa e tenta di dimenticare.
Un giorno, molti anni dopo, incontra in treno una donna affascinante. Lei riesce per la prima volta a farlo ridere.
Si corteggiano come ragazzini e presto si sposano, ma la prima notte di nozze gli incubi di Eric ritornano e l’ufficiale giapponese responsabile delle torture riemerge dalla sua mente per trascinarlo indietro agli orrori del passato... Dopo decenni Eric rompe il silenzio. Da soldato quale è affronta i suoi demoni, sia psicologici che reali. Con l’aiuto della moglie scova e affronta Takashi Nagase, l’ufficiale giapponese. Il film, dallo stile classico del genere di guerra, ha come riferimenti Il ponte sul fiume Kwai e Furyo ma coinvolge lo spettatore in una spirale di crudeltà e violenza.
Un inno alla pace.

domenica 31 agosto 2014

Il Giappone a Venezia 2014

La 71ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in corso dal 27 agosto al 6 settembre vede quest’anno in gara un’unica pellicola proveniente dal paese del Sol Levante: Nobi, Fires on the Plain di Shinya Tsukamoto.
Siamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver invaso un’isola delle Filippine, l’esercito giapponese si scontra con una feroce controffensiva di locali e forze alleate. È solo questione di tempo prima che i pochi sopravvissuti siano spazzati via. Il soldato Tamura soffre di tubercolosi e viene abbandonato sia dal suo plotone che dall’ospedale mobile. Un gruppo di soldati con malattie e ferite incurabili sono fuori dall’ospedale, aspettando solo di morire. Il soldato Tamura si unisce a loro, ma quella notte gli spari dell’artiglieria distruggono l’ospedale. Tamura scappa nella giungla. Si inoltra nella natura aspettandosi una fine vicina. Non più in grado di proseguire oltre, prende la sua granata con l’intenzione di uccidersi, quando nota alcune patate nel terreno. L’unico problema è che sono immangiabili se non cucinate. Tamura si dirige verso un villaggio in cerca di fiammiferi, ma non trova nulla perché il villaggio è stato abbandonato. Tamura, allora, si addormenta in una chiesa dove appare una giovane coppia. La donna urla spaventata quando lo vede e lui, per farla tacere, preme il grilletto. È la prima vittima della sua vita. Tamura vagabonda per la giungla che ormai somiglia all’inferno, con pile di corpi esanimi ovunque. La fatica estrema intorpidisce la sua mente e la fame lo cambia. Quando inizia a vedere i suoi compagni come cibo, supera una soglia verso un mondo dove non ci sono amici, nemici o Dio.
“Con questo film, voglio mostrare agli abitanti delle città che la città non è il mondo”, spiega il regista. “Che è solo una barca senza timone che galleggia nel mare della natura. Mostrando persone coinvolte nella follia della guerra, mi chiedo perché scegliamo di fare la guerra. Se combattere è un istinto primordiale, voglio indagare se l’intelligenza ha la sua parte. Riesco a percepire l’orrore e le grida di settant’anni fa, di coloro che sono marciti nella giungla. Li avverto con un radar collegato alla colonna vertebrale e inietto quelle sensazioni in ogni fotogramma. Se ne sentirete l’odore, vorrà dire che sono riuscito nel mio intento”.
Per la sezione Venezia Classici un thriller del 1960 Kanojo Dake Ga Shitteiru, Soltanto lei sa di Osamu Takahashi.
Tokyo è terrorizzata da un violentatore e assassino seriale che fa una nuova vittima ogni quattro giorni. Il sergente Natsuyama e il detective Sugi - che ha una relazione seria con Ayako, la figlia di Natsuyama - fanno parte della squadra che indaga sul caso. Alla vigilia di Natale, Sugi cancella un appuntamento con Ayako per una riunione di lavoro. Lei lascia il regalo che pensava di dargli a casa di lui, ma tornando a casa viene assalita dal serial killer. Prima che riesca a ucciderla, alcuni passanti lo fanno scappare. Ritornata a casa, la madre Toshiko intuisce cosa è successo. Natsuyama viene a sapere del fatto quando rientra e, alla richiesta della figlia e della moglie di tenere l’avvenimento segreto, riflette a lungo, ma il giorno dopo denuncia il crimine al suo capo divisione. Quattro giorni dopo l’assalto ad Ayako, che era la quarta vittima del criminale, la ragazza decide di collaborare con gli investigatori e va alla stazione di polizia. Ma...
“Nel caos del Giappone del dopoguerra - è l'opinione di Takahashi - facemmo con scrupolo del nostro meglio per indagare e proteggere ciò che era etico. Era questo lo spirito della New Wave giapponese”.

domenica 24 agosto 2014

Clover


Il primo novembre 2014 arriva nei cinema giapponesi “Clover” una love story basata sul noto manga di Chiya Toriko. Takei Emi, volto fresco e già famoso in patria, è Saya impiegata d’ufficio appena assunta. Okura Tadayoshi membro del gruppo pop Kanjani8 veste i panni del suo capo Susumu (la nuova canzone dei Kanjani8 “CloveR” farà da tema portante alla pellicola). Nel film anche Nagayama Kento, fratellino del più celebre Eita, primo amore di Saya. “Someday My Prince Will Come” e una cover di “When You Wish Upon A Star” saranno cantate da JUJU.
Il manga appartiene al genere OL, Office Lady, termine con il quale in Giappone si indicano le giovani impiegate o segretarie per cui il target al quale fa riferimento è più maturo rispetto a quello al quale noi occidentali siamo abituati per gli shōjo manga (i manga cioè destinati ad un pubblico femminile). Il film ricalca in gran parte la trama del manga seppur con alcune variazioni. Al centro delle vicende la giovane in carriera Saya, che nasconde una grande delusione d’amore adolescenziale. Quando Susumu, il suo superiore, dopo averla ripresa pubblicamente per il suo lavoro, le chiede inaspettatamente di uscire la sua vita cambia, ma il ricordo del suo primo amore non la abbandona e incomprensioni e tradimenti con l’intraprendente Susumu sono dietro l’angolo...

martedì 19 agosto 2014

Beck

Beck è un manga scritto e illustrato da Harold Sakuishi pubblicato in Giappone dal 1999 al 2008 dall’editore Kodansha. Racconta la storia di un gruppo di teenager giapponesi che formano una rock band e della loro corsa verso il successo, focalizzando l’attenzione sul 14enne Yukio "Koyuki" Tanaka il quale finché non conosce il chitarrista prodigio Ryusuke "Ray" Minami è un ragazzo nella media che conduce una vita noiosa. Nel 2004 è stata prodotta una serie televisiva animata in 26 episodi trasmessa su TV Tokyo fino al 2005. Un live action movie è uscito nelle sale giapponesi nel 2010. Nel film Maho Minami (Shiori Kutsuna) torna in Giappone dopo aver studiato a New York. Il suo fratellastro Ryusuke Minami (Hiro Mizushima) è un chitarrista talentuoso. Maho e Ryosuke incontrano Koyuki (Takeru Satoh, noto poi per il ruolo di protagonista in Rurouni Kenshin), un ragazzo al quale Maho subito si interessa. Ryosuke e Koyuki formano una rock band di cinque elementi che prende il nome di "Beck", mentre Maho e Koyuki pian piano si innamorano. La band inizia a suonare in spettacoli dal vivo e trova un buon seguito. L'uscita del loro CD di debutto aiuta a promuovere la popolarità del gruppo e la gente comincia a notare Koyuki. La band si trova ad affrontare poi alcune avversità finché i ragazzi non ricevono l’invito a partecipare ad un festival rock ma una clausola impone loro lo scioglimento... Completano il cast Kenta Kiritani e Osamu Mukai, tutti volti noti tra il pubblico dei giovani giapponesi.

domenica 10 agosto 2014

Il tempo del raccolto del grano - Bakushū

Il terzo anello della trilogia diretta dal grande cineasta giapponese Ozu Yasujirō è Il tempo del raccolto del grano, pellicola del 1951.
Ancora una protagonista di nome Noriko (Hara Setsuko), 28enne sola e orgogliosa, nubile ed indipendente, lavora come segretaria a Tōkyō.
Ma i Mamiya - famiglia alla quale la ragazza appartiene - sono medio-borghesi e mal tollerano il suo atteggiamento.
Vorrebbero che si sposasse e acquisisse una sicura posizione sociale ed economica.
I genitori, il fratello - un medico affermato - perfino il suo capo-ufficio lavorano a questo scopo. Noriko invece è contraria ai matrimoni combinati.
Finché non s’innamorerà di un suo amico d’infanzia acconsentendo a sposarlo e trovando a quel punto una netta opposizione da parte dei suoi. L’uomo è un medico squattrinato, vedovo e con una bambina piccola, e dovrà presto trasferirsi per lavoro nella lontana Akita.

L’ostinazione della giovane avrà la meglio e la famiglia non potrà che accettare con quieta rassegnazione.
Il distacco e il dolore, il contrasto tra modernità e tradizione, tra i propri desideri e le altrui volontà, sono centrali. Ma nelle pellicole di Ozu i toni drammatici si intrecciano felicemente all’ironia e alla leggerezza.

domenica 3 agosto 2014

Tarda primavera - Banshun

Film del 1949 diretto dal maestro giapponese Ozu Yasujirō. Un uomo rimasto vedovo vorrebbe che la figlia Noriko, ormai ventisettenne, si sposasse, teme che possa essere derisa in una società conservatrice e tradizionalista come quella del Giappone post-bellico. Noriko, da parte sua, rifiuta l’idea. È felice di vivere con il padre, sa che l’uomo ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui e di aiuto per gestire la casa. Il rispetto che la ragazza nutre per il padre va oltre le convenzioni, è una devozione profonda e radicata. Ma una zia invadente interviene e crea le condizioni che porteranno al matrimonio della ragazza. La trama, tratta dal romanzo Padre e figlia di Hirotsu Kazuo, è un susseguirsi di piccoli episodi e momenti di vita quotidiana che nascondono una profonda simbologia e un vissuto di sentimenti. I personaggi stessi sono ordinari: il professor Somiya, il padre vedovo, perfettamente interpretato da Chishû Ryû e la dolce figlia Noriko, Hara Setsuko, attrice preferita di Ozu. Una pellicola nuda ed essenziale, raffinata e commovente, fatta di rassegnazione e accettazione del proprio destino, di conflitti sopiti in una perfezione formale. Tarda Primavera compone, insieme a Il tempo del raccolto del grano (del 1951) e a Viaggio a Tokyo (del 1953), la cosiddetta “trilogia di Noriko”, tutti con protagonista una giovane di nome Noriko (interpretata sempre da Hara Setsuko) alle prese con una vita solitaria nel Giappone del dopoguerra. Anni dopo Ozu realizzerà Tardo autunno, trama simile, considerato dallo stesso regista una variazione sul tema.