domenica 21 settembre 2014

Pink Subaru | Giappone arabo-israeliano, con un pizzico d’Italia

Pink Subaru (2009) è l’opera prima del regista giapponese Ogawa Kazuya, che vede protagonista l’attore di teatro e sceneggiatore arabo-israeliano Akram Telawe. Avere un’auto, nelle piccole città palestinesi come Tulkarem o arabo-israeliane come Tayibe è fondamentale, per raggiungere i grandi centri di Gerusalemme o Tel Aviv, e potersene permettere una può diventare lo scopo di una vita.
L’auto è considerata come un essere umano, una compagna e una moglie. In Palestina molti acquistano auto giapponesi, robuste e spesso economiche, e la Subaru è una delle più diffuse. Da questa idea di fondo nasce una pellicola che trascina lo spettatore in uno scorcio della vita del protagonista.
Elzober, uomo semplice, vedovo quarantacinquenne e padre di due bambini, cuoco in un sushi bar di Tel Aviv, realizza il suo sogno con l’acquisto di una Subaru Legacy, grazie al denaro risparmiato in vent’anni di sacrifici.
Ma la notte stessa la Subaru, nera metallizzata, gli viene rubata ed Elzober, aiutato da tutti gli abitanti del villaggio, si mette alla sua ricerca. Tra sfasciacarrozze, matrimoni in bilico, maghe che leggono i fondi di caffè, banchetti sontuosi e agnelli poco collaborativi, si sviluppa questa “commedia etnica” divertente e insolita, che mostra la realtà quotidiana degli arabi-israeliani che vivono al confine con la West Bank.
Una commedia in cui si ride, si piange, si scherza, e dove, per una volta, la guerra non è l’argomento principale.
L’attenzione è invece spostata sul lato comune del vivere, quello dei problemi di tutti i giorni, come accompagnare i bambini a scuola o sposarsi. Una commedia che svela il comico celato negli aspetti più universalmente banali e lascia aperta la porta dei sogni. Co-produzione italo-giapponese girata tra Israele e Palestina (il regista è un videomaker legato all’Italia, dove ha vissuto e lavorato a lungo - proprio in Toscana ha conosciuto Akram Telawe). Il girato originale mischia arabo, ebraico e giapponese a sottolineare la multiculturalità.

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