domenica 30 marzo 2014

La dea del ‘67

Il film di questa settimana La dea del ‘67 arriva dall’Australia, lo firma Clara Law (insieme al marito Eddie Ling-Ching Fong) e risale al 2000.
La dea del titolo, vera protagonista della pellicola, è la Citroën DS (déesse è la pronuncia francese).
Tokyo. Un giovane giapponese (Kurokawa Rikiya), innamorato dei suoi rettili, scova su internet l’auto dei suoi sogni, una macchina d’epoca, una sensuale dea caduta dal cielo.
Parte dunque alla volta dell’Australia per concludere l’affare e là incontra una ragazza cieca, interpretata dall’incantevole Rose Byrne (quell’anno a Venezia vinse la Coppa Volpi come miglior attrice) che lo guiderà attraverso l’outback in una sorta di surreale road movie.
Un’apertura inquietante alla Wong Kar-Wai.
La monorotaia sfila nella nebbia.

Il ragazzo torna a casa nella notte e nutre con topi freschissimi i suoi amati serpenti. Le musiche degli anni '50 scorrono in sottofondo marcando il periodo in cui la DS veniva concepita. Poi il deserto australiano, ipnotico e lunare.
I cieli blu solcati dalle nubi candide e il nastro d’asfalto su cui corre l’auto color salmone.
Un singolare viaggio attraverso il tempo e lo spazio, il fluire di delitti, violenze e tragedie che hanno costellato le vite dei protagonisti.
Poesia e brutalità.
Bellissima la sequenza in cui la giovane cieca si scatena in una danza senza freni sotto lo sguardo stupito del giapponese.

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