sabato 1 marzo 2014

Aruitemo aruitemo | Still Walking

Un giorno d'estate. La famiglia Yokoyama si riunisce per commemorare la tragica morte del figlio maggiore, scomparso quindici anni prima durante il tentativo di salvare un bambino che stava annegando. Niente è mutato nella spaziosa dimora dei genitori, consolante e accogliente come la festa preparata dall’anziana madre per figli e nipoti. Eppure, nel corso degli anni, ognuno dei membri della famiglia è impercettibilmente cambiato... Con un pizzico di umorismo, delicatezza e malinconia, il regista Koreeda Hirokazu mostra in Aruitemo aruitemo un interno borghese, legami d’amore che uniscono, risentimenti e segreti che dividono. Abe Hiroshi è Ryota, il figlio minore, messo costantemente dal padre di fronte all’ineguagliabile esempio di Junpei, il figlio maggiore scomparso. Harada Yoshio è il vecchio padre, rigido medico in pensione che considera Ryota un fallito. Il film si apre con il ritorno a casa di Ryota accompagnato dalla sua nuova compagna, una vedova, e dal figlio di lei, ad attenderli l’anziana madre con la figlia Chinami
(interpretata da You, amata attrice giapponese)
anche lei giunta con la famiglia. La pellicola di Koreeda, in parte autobiografica (il rimpianto per i genitori scomparsi e trascurati quando erano in vita è il filo che sembra guidarla) omaggia i maestri del cinema nipponico e soprattutto il grande regista Ozu. È un paesaggio dell’anima intenso e commovente.
Il battito d’ali di una farfalla, lieve come il soffio della morte.

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