domenica 5 gennaio 2014

An Actor's Revenge - Yukinojō henge

An Actor's Revenge - Yukinojō henge è una sublime ed eccentrica pellicola, firmata dalla genialità di Ichikawa Kon, che risale al 1963. Nel titolo giapponese Yukinojō è il nome di scena del personaggio principale onnagata o oyama cioè un attore di kabuki maschio che recita in vesti e ruoli femminili. Mentre henge si può tradurre con spettro, fantasma, apparizione. Quindi il tutto si potrebbe rendere con Il fantasma vendicatore di Yukinojō. Nel film tuttavia non c’è niente di soprannaturale. Yukinojō utilizza il suo abito di scena per terrorizzare uno dei suoi nemici creando l’illusione di un fantasma. Nel teatro kabuki la parola henge ha il significato tecnico di cambio di costume. Il titolo si potrebbe quindi anche tradurre con I molti travestimenti di Yukinojō. Il titolo inglese: An Actor's Revenge è tratto invece da una battuta del film: ‘As you might expect of an actor’s revenge, it’s going to be a flamboyant performance’. ‘Come ci si potrebbe aspettare dalla vendetta di un attore, sarà uno spettacolo straordinario’. La pellicola mostra una commistione di stili e registri drammatici derivanti dalle tradizioni del teatro kabuki, dal manga e dal cinema muto. La trama è una rete di inganni, un tragico gioco di maschere. Una sera, durante una performance di kabuki, Yukinojō (la leggendaria stella giapponese Hasegawa Kazuo) vede seduta tra il pubblico una famiglia di nobili. Sono quelle stesse persone che hanno segnato il suo destino: è stata la loro crudeltà a portare i suoi genitori a suicidarsi.
Con l'aiuto di un vecchio ladro, Yamitarō (anch’egli interpretato da Hasegawa), Yukinojō pianifica la sua complessa vendetta che intreccia romanticismo e complotti politici. In Occidente Ichikawa Kon è conosciuto soprattutto per i suoi due film sulla Seconda guerra mondiale, Biruma no tategoto (L'arpa birmana del 1956) e Nobi (Fuochi nella pianura del 1959). Il primo fu presentato alla XVII Mostra di Venezia, dove ottenne il Premio San Giorgio e una menzione speciale. La giuria, che vedeva tra i membri Luchino Visconti, quell'anno non assegnò il Leone d'oro per contrasti tra i componenti, ma il film di Ichikawa raccolse la maggioranza dei consensi e fu poi nominato agli Oscar come Miglior Film Straniero. Nobi riprese il tema della guerra con immagini ancora più crude e violente e ottenne il Pardo d'oro al Festival di Locarno. Nel 1960 Ichikawa vinse al Festival di Cannes il Premio Speciale della giuria con Kagi (La chiave) tratto dal romanzo di Tanizaki Jun'ichirō che ispirò poi l'omonimo film di Tinto Brass.

1 commento:

  1. Un film affascinante, l'ho visto in originale molto tempo fa...
    Nic

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