sabato 18 gennaio 2014

La grande bellezza e Miyazaki da Oscar

La grande bellezza di Paolo Sorrentino e Si alza il vento di Hayao Miyzaki sono entrambi in corsa per afferrare la statuetta degli Oscar: miglior film straniero e miglior film d'animazione. La pellicola di Sorrentino si apre curiosamente su un gruppo di giapponesi in visita alla città eterna. Stanno ammirando il fontanone del Gianicolo, Roma stesa ai loro piedi, l’immancabile macchina fotografica al collo. Uno di loro si allontana dagli altri, un coro di donne in abito nero, come da tragedia greca, canta sullo sfondo. L’uomo sorride e scatta, si asciuga il sudore dalla fronte con la mano, poi di colpo cade a terra.
Roma morta e decadente, puttana e grottesca, attraversata da personaggi meschini, stereotipate macchiette intoccate dalla sua maestosa bellezza. Jep Gambardella, giornalista e critico, scrittore mancato (un Mastroianni invecchiato) osserva cinico e disincantato la vita scorrergli accanto. Mondano, anima delle feste capitoline, al compimento dei 65 anni inizia ad interrogarsi sul vuoto che lo circonda. Inutili artisti concettuali e vane scrittrici radical chic, autori teatrali falliti, ricchi borghesi anaffettivi o a caccia di sguardi, chirurghi plastici come confessori, cardinali gourmet in odore di pontificato, sante suore mummificate e ultracentenarie, nobili decaduti a cachet, ex-soubrette ormai devastate e cocainomani, spogliarelliste invecchiate. Corpi nudi esibiti, alcool, sesso, droga e anime vuote. Il ricordo di una dolce vita felliniana ormai svanito, come il soffiato “Bonne nuit” pronunciato da Fanny Ardant incrociata per un solo istante in via Veneto dal protagonista. Il resto è volgarità e miseria, cafonaggine e desolazione. Simbolico il relitto della Concordia che emerge dalle acque del Giglio come lo scheletro di un Titanic.
Un film slegato e teatrale, a tratti surreale e poetico come la giraffa che appare e scompare tra i ruderi delle Terme di Caracalla o i fenicotteri che si riposano sulla terrazza di Jep affacciata sul Colosseo. Quasi un romanzo in pellicola, con un primo amore da cartolina e battute come aforismi. “Finisce sempre così, con la morte. Prima però c’è stata la vita, nascosta sotto il bla, bla, bla, bla, bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L'emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dello stare al mondo. Bla, bla, bla, bla. Altrove c’è l’altrove, io non mi occupo dell’altrove, dunque che questo romanzo abbia inizio. In fondo è solo un trucco, sì è solo un trucco”. Toni Servillo gigantesco protagonista e un cast corale che include Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Isabella Ferrari, Carlo Buccirosso, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Roberto Herlitzka, Iaia Forte, Giorgio Pasotti e Serena Grandi.
L’ultima opera del maestro Miyazaki, Kaze Tachinu (Si alza il vento), è una favola sul fascino del volo in cui si mischiano realtà storica e fantasia. La pellicola narra la vita di Jirō un ragazzo che sogna di creare aeroplani e s’ispira al lavoro dell’ingegnere italiano Caproni. Il protagonista conosce Naoko e se ne innamora, coltiva l’amicizia con il collega Honjō e realizza innovazioni straordinarie che proietteranno il mondo dell’aviazione verso il futuro. Il Terremoto del Kanto del 1923, la Grande Depressione, l’epidemia di tubercolosi e l’entrata in guerra del Giappone sono i grandi eventi che incidono sulla sua esistenza. Una storia epica e tragica, fatta di coraggio e di sfide. L’amore per il volo è il leitmotiv di Miyazaki da sempre. Nausicaä, Pazu e Sheeta di Laputa, Totoro, la streghetta Kiki, Porco Rosso e il mago Howl - solo per citare alcuni dei suoi più celebri personaggi - intrecciano le loro avventure alle acrobazie aeree.

2 commenti:

  1. Ho adorato il Sorrrentino delle conseguenze dell'amore e del Divo... Ho delle perplessità su la grande bellezza ma gli faccio comunque un grande in bocca al lupo!
    Nic

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  2. Miyazaki forever!!!!!!!!!!!
    Sono così triste che questa sia il suo ultimo film...
    Ilaria

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