domenica 15 febbraio 2015

Unbroken

Idea di pellicola eccezionale. Sceneggiata dai fratelli Coen, da LaGravenese & Nicholson, musicata da Desplat e fotografata da Deakins, la sound editor Becky Sullivan è tra le pochissime donne candidate all’Oscar in questa sezione per la sua ottima prova. Film tratto da una storia vera. Una vita leggendaria quella di Louie Zamperini: la giovinezza turbolenta di figlio di immigrati italiani nella Land of Freedom; la velocità eccezionale nella corsa che lo porta alle Olimpiadi e all’incontro con Hitler; le ore strazianti da bombardiere della Seconda Guerra Mondiale; l’incidente aereo; il naufragio sulla zattera di salvataggio durato 47 giorni a miglia e miglia dalla costa; gli squali; il tifone; la fame; la cattura da parte della marina nipponica e l’internamento nei campi;
la lotta da prigioniero di guerra, torturato da un sanguinario aguzzino di nome Mutsuhiro Watanabe, soprannominato l’“Uccello”, noto per i suoi atti sadici mentali e la sua deplorevole brutalità (lo interpreta Miyavi, vero nome Takamasa Ishihara, giovane cantautore, musicista e produttore discografico giapponese); gli anni seguenti alla liberazione segnati dal terrore tipico del disturbo post-traumatico da stress, e un finale di redenzione. Tutti elementi tipici di un biopic cult. Angelina Jolie che nel 2011 ha debuttato dietro la macchina da presa con Nella Terra del Sangue e del Miele, ambientato durante la guerra in Bosnia, e attualmente è impegnata nella produzione del suo terzo lungometraggio da regista, il dramma By the Sea, e nelle pre-produzione per la direzione del film epico Africa è con Unbroken alla sua seconda prova.
Privo di mordente il film purtroppo delude adagiandosi sui luoghi comuni e indugiando su sangue ed estremo realismo. L’impegno per i rifugiati e le cause umanitarie influenzano il lavoro della Jolie che tiene in secondo piano quella sorta di pietas per l’essere umano in sé in un bianco o nero privo di grigio dove i prigionieri in quanto americani sono vittime coraggiose mentre i nemici giapponesi sempre e solo crudeli e senza possibilità di redenzione. Vi è una sorta di rimando all’ottica della Passione firmata da Mel Gibson, scena emblematica quella in cui il prigioniero Louie è costretto a sollevare sulle spalle una gigantesca trave. Intensa e vibrante l’interpretazione del protagonista, l’emergente attore inglese, Jack O'Connell. (Central do Cinema)

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