domenica 8 dicembre 2013

Kaguya-hime no monogatari - Storia della principessa Kaguya

Nelle sale giapponesi dal 23 novembre Kaguya-hime no Monogatari (Storia della principessa Kaguya) è il nuovo lavoro di Takahata Isao, celebre autore dello Studio Ghibli. Poco noto in Italia, Takahata da decenni collabora con il maestro Miyazaki con il quale fondò lo Studio nel 1985. Il film avrebbe dovuto essere distribuito contemporaneamente a Kaze tachinu, l’ultimo Ghibli diretto da Miyazaki, così come avvenne 25 anni fa con l'uscita contemporanea delle pellicole Il mio vicino Totoro e Una tomba per le lucciole (storia straziante di due fratellini testimoni e vittime degli orrori della Seconda guerra mondiale).
Lo stretto rapporto tra uomo e natura, i sentimenti, l’ironia e la commozione, il rifiuto della guerra, sono la sua cifra. Così come romanzi per ragazzi della letteratura occidentale adattati e trasformati in serie televisive. Heidi, Marco (l’animazione tratta dal racconto del libro Cuore, Dagli Appennini alle Ande), Anna dai capelli Rossi. Noi italiani degli anni ‘70 siamo cresciuti con le opere di Takahata, spesso senza saperlo.
Bellissimo il suo Pom poko (fu un enorme successo in Giappone, il film più visto del 1994 - è uscito in home video in Italia nel 2011) narra la storia di un gruppo di tanuki (cani-procioni, creature tipiche del folklore giapponese) in lotta per conservare il loro habitat naturale, una collina vicina a Tokyo, che rischia di essere trasformata in un quartiere residenziale. Kaguya-hime no Monogatari è un racconto popolare del X secolo, ed è il più antico esempio di narrativa giapponese.
Un tagliatore di bambù vede una canna che brilla nella notte. Aprendola scopre al suo interno una bambina minuscola come un pollice.
L'uomo, che non ha figli, porta la piccola a casa e insieme alla moglie la crescerà come fosse loro figlia. Le darà il nome di Kaguya, “splendente” e la bambina si trasformerà in una bellissima donna. Molti uomini la chiederanno in moglie, tra i quali lo stesso imperatore del Giappone, ma lei rifiuterà tutti. Sospira e guarda la luna, da lì è arrivata e lì vuole tornare. E una notte volerà via lasciando una lettera e una goccia di elisir dell’immortalità per l'imperatore. L’uomo si recherà sulla montagna più alta del Giappone, per bruciare la lettera e l’elisir. Il monte da allora prenderà il nome di Fuji “immortalità” e il fumo che sale dalla sua cima è l’elisir che brucia senza fine. Takahata dirige con mano sensibile e delicata le avventure di una principessa vivace e allegra che preferisce la Terra con i suoi colori e la sua vitalità ad una Luna troppo bianca e perfetta.
I tratti di pastello gentile si spezzano tuttavia quando il mondo della luna la reclama, e una tragica corsa nella notte innevata mostrerà tutta l’angoscia della giovane donna… Il geniale Joe Hisaishi è l’autore delle musiche. E chissà se dopo l’addio di Miyazaki con Kaze tachinu anche questo Kaguya-hime non si riveli come il lavoro finale di Takahata, la sua delicata circolarità ne avrebbe del resto tutti i toni.

1 commento:

  1. Adoro Miyazaki ma non conoscevo Takahata... In attesa di Kaguya guarderò certamente "Una tomba per le lucciole". Immagino sia tristissimo...
    Ilaria

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