sabato 2 novembre 2013

Kwaidan – Storie di fantasmi

Quale momento più adatto dell’anno per parlare di fantasmi? Siamo nei giorni in cui in Italia si visitano i cimiteri e si apre il canale di comunicazione tra i vivi e i morti, in una profusione di splendidi crisantemi (fiori incantevoli - simbolo del Giappone - purtroppo relegati dalla nostra tradizione solo all’ambito funebre). Kwaidan (Storie di fantasmi) è un film del 1964 diretto da Kobayashi Masaki. Sono quattro vicende distinte ispirate ai racconti orali del folklore giapponese.
Il soggetto è di Lafcadio Hearn, scrittore e giornalista di origine greco-irlandese. Emigrato a 19 anni negli Stati Uniti fu inviato come corrispondente in Giappone dove scelse poi di vivere, sposò la figlia di un samurai e prese il nome di Koizumi Yakumo. Le storie sono I capelli neri/Kuronami; La donna della neve/Yuki-onna; Hoichi senza orecchie/Miminashi Hoichi no hanashi e In una tazza di tè/Chawan no naka. La pellicola vinse il Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes ed ottenne una nomination all’Oscar come miglior film straniero.
Un budget enorme per l’epoca, 350 milioni di yen, riprese della durata di un anno. Segreti, misteri e sovrannaturali creature, avvolti da un rigore e da un’eleganza raffinata. Occhi che scrutano, amore e morte, pazzia e vendetta. Musiche e illusioni che si intrecciano nell’aria e richiamano le ombre di coloro che non sono più. Scenografie e stupendi cromatismi, inchiostri e pitture che si disfano sullo schermo e rimandano ad un surreale evocativo e fantastico. Nero come la notte, rosso come il sangue, blu come l’oceano. E poi viola cupo colore che tutto unisce in sé.

1 commento:

  1. bellissimo film! grazie per avermelo ricordato! lo riguarderò volentieri.
    luca

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