venerdì 13 marzo 2015

Millennium Actress - Sennen joyū - L'attrice del millennio

Kon Satoshi è uno dei miei registi d’animazione del cuore e la sua morte avvenuta nel 2010 quando ancora non aveva compiuto 47 anni ha lasciato per me un enorme vuoto.
Ho già parlato del piccolo grande capolavoro natalizio Tokyo Godfathers, e questa volta voglio soffermarmi su Millenium Actress (titolo originale Sennen joyū, alla lettera L'attrice del millennio) un lungometraggio anime del 2001 scritto e diretto da Kon.
Ironico e poetico come solo i lavori di Kon sanno essere, il film narra di un maturo regista Tachibana Genya che vuol realizzare un documentario sulla celebre Fujiwara Chiyoko, stella cinematografica del secolo passato ed eroina della sua giovinezza.
L’enigmatica donna, ormai settantenne, si è ritirata a vivere su di un’isolata montagna, nell’anonimato, ed è lì che Tachibana si reca insieme al cameraman Ida Kyōji per intervistarla.
La terra ha tremato quel giorno e trema ancora, poco prima che Chiyoko inizi la sua narrazione. “Il mio destino sembra essere legato ai terremoti” esordisce la donna parlando della tragedia della regione del Kantō durante la quale è nata, e la sua esistenza da quel momento pare divenire simbolo del Giappone stesso. Mentre l’anziana attrice si confessa, Tachibana e il suo cameraman si trovano di colpo a compiere un viaggio nel tempo luminoso e avventuroso.
Illusione e realtà si intrecciano creando quasi una pellicola trompe-l'œil. I film e le memorie della donna creano un ponte tra vita, sogno e apparenza. Fil rouge della storia è l’amore di Chiyoko per un giovane pittore rivoluzionario, lei lo ospita di nascosto nella sua casa e ne cura le ferite, non conosce il suo nome né vede mai il suo volto ma il ragazzo le dona la chiave che apre la cosa più importante che esista al mondo e i due fanno un patto: spetterà a Chiyoko scoprire il senso della chiave. Poi lui è costretto a fuggire. La ragazzina notata dal direttore degli studi Ginei diviene così attrice con la speranza nel cuore di ritrovare il suo grande amore.
Passato e futuro si fondono tra viaggi in Manciuria guerre e rivolte, scorrono le epoche e le pellicole girate dall’attrice si mischiano al suo privato.Il Medioevo ispirato a Il trono di sangue di Kurosawa, dove Chiyoko è prima una Lady ma poi lotta come un samurai e infine come un ninja, sempre protetta da Tachibana, innamorato di lei nella finzione ma si intuisce anche nella realtà. E il caleidoscopio dei film interpretati la porta nelle vesti di un’affascinante geisha a Kyōto ancora in cerca del suo amore/pittore perduto che qui è un samurai che sta per essere giustiziato.
E poi alla leggerezza dell’era Taishō - i primi del ‘900 - che ricorda le ambientazioni del manga Una ragazza alla moda, di nuovo tallonata dal cameraman e da Tachibana che cambia ruolo ma non il suo cuore. Tra melodrammi e le bombe della Seconda Guerra Mondiale, in un Giappone sempre più devastato, si apprendono frammenti dell’esistenza vera di Chiyoko, il triste destino dell’artista e della stessa Chiyoko ormai anziana e malata.
Le scene tratte dall’era dello spazio, come in un cerchio simbolico, aprono e chiudono il film di Kon. Chiyoko ha compreso che la chiave apre soltanto i suoi ricordi, e in fondo ciò che ha amato davvero non è stato “l’uomo fantasma” ma il fatto di continuare ad inseguire anche "oltre la vita" il suo sogno d'amore eterno e ideale.
Millennium Actress è stato realizzato dallo studio di animazione Madhouse, l’uso della computer grafica non è mai ridondante ma il vero punto di forza del film risiede nella regia di Kon e nella sua estrema energia.
Non c’è un vero messaggio che Kon vuole trasmettere ma una sapiente fusione di brillanti fotografie d’epoca che rivelano uno spaccato di ciò che il Giappone è stato nel secolo scorso. Tra scelte cromatiche pure, musiche suggestive, inquadrature che colpiscono nel segno: stava in questo la sua eccellenza di cineasta.
Kon aveva debuttato nel mondo dell’animazione nel migliore modo possibile, al fianco dei più noti maestri. Nel 1991 Ōtomo Katsuhiro (Akira, Metropolis, Steamboy), rimase colpito dal suo manga Kaikisen (La stirpe della sirena), e lo chiamò prima a collaborare al soggetto del proprio manga World Apartment Horror, poi come art director nel suo film Rōjin Z. Seguì la collaborazione con Oshii Mamoru e la scrittura del primo episodio di Memories, film ideato ancora da Ōtomo nel 1995. Il suo debutto alla regia arriva nel ’97 con Perfect Blue un insolito thriller psicologico, poi nel 2001 giunge Millennium Actress, nel 2003 la fiaba Tokyo Godfathers, nel 2004 la serie TV Paranoia Agent, nel 2006 il futuristico e onirico Paprika – Sognando un sogno, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Conclude la sua filmografia l’incompiuto Yumemiru kikai, Dreaming Machine, al quale stava lavorando al momento della sua scomparsa. La Madhouse parla da tempo di volerlo completare, il lavoro principale era già stato conlcuso da Kon ma i costi sono alti, tuttavia Maruyama, il fondatore dello studio d'animazione, ha rivelato che intende finirlo anche se i tempi dovessero essere lunghi. Attendiamo fiduciosi.

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