completo e, a parte l’attore Kase Ryo, nessuno dei protagonisti era un volto conosciuto per gli appassionati di cinema. Eppure l’intuito di Kiarostami gli ha permesso di realizzare un ottimo lavoro. La ragazza, un’esordiente intensa e delicata, Takanashi Rin, il professore, un perfetto Okuno Tadashi, una vita sul set ma solo in veste di comparsa. Il modo di dirigere di Kiarostami è del tutto inusuale. Non permette agli attori di leggere la sceneggiatura per intero e ogni giorno rivela loro solo i dettagli della scena che sarà stata girata il giorno successivo. Non conoscono il ruolo dei loro personaggi nella storia e neanche come finirà il film.
Lo sguardo straniero di Kiarostami riesce a cogliere la vera anima giapponese. Si respira l’atmosfera della capitale. Lo scontro tra tradizione e modernità, tra le diverse generazioni, tra i villaggi della campagna e la grande metropoli.
Nonostante questo Kiarostami ha rivelato che “La fatica è stata immensa”. “Durante le riprese - ha raccontato - l’assistente di Akira Kurosawa è venuta a trovarmi sul set. Sedevo su una sedia a rotelle per la stanchezza e spesso usavo un bastone. Lei mi ha confessato che Kurosawa aveva vissuto la stessa esperienza quando girava in Russia, era devastato e piangeva ogni notte. Io le ho risposto che piangevo una notte sì e una no”.

Incantevole Kiarostami. Lento e poetico...
RispondiEliminaIlaria